A 5 anni dal referendum, la Regione Lombardia è esattamente al punto di partenza.

L’esultanza, le promesse e, dal 2017 a oggi, un sostanziale nulla di fatto.

Era il 22 ottobre 2017 quando i Lombardi furono chiamati a un referendum consultivo chiedere allo Stato l’attribuzione di ulteriori forme di autonomia rispetto alle esistenti.
Io, a scanso di equivoci, fui tra il 95,61% dei Comaschi che votarono sì. Furono le elezioni dei famosi tablet, quelli che una volta utilizzati avrebbero dovuto essere utilizzati a scuola e che, invece, sui banchi non ci finirono mai. Peccato,
Il risultato fu schiacciante, il vento tutto a sostegno dell’iniziativa regionale.
Oggi, a 5 anni di distanza, si parla ancora con i verbi al futuro, con le promesse di chissà quale bengodi sbandierate a vessillo elettorale e la realtà che, di contro, è impietosa nell’assegnare uno 0 alla voce risultati ottenuti.